Il Padiglione Thailandese

thailandia

di Filippo Scacchi

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Un’intervista al Direttore del Padiglione Thailandese

Il tema del prossimo numero della nostra rivista è “l’accrescimento”, e si sofferma sulla capacità di una persona, o meglio di un gruppo, di trovare un’organizzazione e un sentire comune, al fine di riuscire in uno scopo. Per questo siamo andati ad intervistare il direttore del Padiglione della Thailandia all’Expo; riportiamo di seguito l’intervista, fedele quanto può esserlo dopo aver attraversato ben quattro traduzioni (Italiano-Inglese, Inglese-Thailandese, Thailandese-Inglese e Inglese-Italiano).

Quali proposte porta la Thailandia nel discorso generale del “Nutrire il pianeta”?

Grazie alle iniziative di Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej, numerosi progetti agricoli sono stati lanciati in varie parti del Paese. Questi progetti si basano sulla “Filosofia dell’Economia Sufficiente”, che si compone di tre pilastri: la moderazione, la ragionevolezza e la gestione del rischio. Questa filosofia può essere applicata non solo all’agricoltura e non solo alla Thailandia, ma a tutti i campi della produzione e a tutti i paesi del mondo, per garantire la sostenibilità del nostro modo di vivere.

Al di fuori di Expo, qual è la situazione della società thailandese in questo periodo, per quanto riguarda i temi alimentari?

Come in molti paesi al mondo, i cambiamenti nello stile di vita delle persone hanno portato un nuovo modello alimentare anche in Thailandia. Al giorno d’oggi molta gente non ha più la possibilità di trascorrere molto tempo in cucina, e la convenienza, oltre alla qualità, è la soluzione migliore per la situazione attuale della società thailandese. Grazie anche alle nostre abbondanti risorse naturali e lo standard di sostenibilità voluta da Sua Maestà per l’agricoltura locale la Thailandia non ha difficoltà a sopperire alle necessità alimentari della gente.

A proposito di Accrescimento, è ancora diffuso in Thailandia l’usanza, per gli uomini di fede Buddhista Theravda, di trascorrere un periodo in un monastero con l’obbiettivo di “accrescere” la propria maturità e diventare un “Suk Khon”, un adulto indipendente?

La maggior parte dei Thailandesi di fede Buddhista, quando raggiungono i 25 anni, decidono di trascorrere un periodo come monaci, per imparare i pensieri del Buddha e seguirne la disciplina, diventando così “Suk Khon”, maturi. Diventare monaci, anche solo per un periodo, viene visto anche come un modo di ripagare la gentilezza dei genitori.

Una volta finito l’Expo, cosa vi aspettate di riportare in Thailandia da questa esperienza?

Attraverso la partecipazione ad Expo, la Thailandia si aspetta di esporre al mondo lo sviluppo agricolo, il progresso tecnologico ma anche la saggezza e l’armonia del popolo Thai con la natura, promuovere la fiducia nella qualità e nella sicurezza alimentare dei prodotti thailandesi, in modo da incoraggiare l’esportazione e attirare investitori nel nostro paese, e rafforzare i rapporti, commerciali ma anche umani, con l’Italia e gli altri Paesi partecipanti.

 

Autore

  • Laureato in Scienze Naturali e appassionato di subacquea, è scappato sei mesi alle Maldive. Lui sostiene che stesse facendo un master, le foto con tartarughe e squali sostengono il contrario. È uno dei redattori interni della rivista e gestisce la rubrica di Biologia.