Vyagrasana: la postura della Tigre

di Giovanna Marziani, Sn. Ganga

///

Vyaghrasana

Per inaugurare la rubrica dedicata allo yoga, quale migliore postura di quella della tigre? Con una placida sequenza di gesti, la tigre mostra la ‘Potenza del grande’ non già nel suo agire, ma nel momento che lo precede, durante i movimenti del risveglio. 

Lo yoga è una “filosofia” che parte dal corpo: il corpo è il veicolo che accompagna il praticante passo dopo passo verso le pratiche interiori, fino alla meditazione. Il meditante che siede immobile, la mente concentrata su in unico punto, non può essere distratto da un corpo non abituato all’immobilità, da un arto che sente la necessità di cambiare posizione, da un prurito improvviso. Il corpo deve essere preparato, non deve farsi sentire: chi si incammina sulla via dello yoga deve diventare prima di tutto padrone del suo corpo. È questo lo scopo delle posture che impegnano l’apparato muscolo scheletrico con flessioni, estensioni, allungamenti e così via.

Nella sua millenaria tradizione lo yoga ha messo punto una lunga serie di posture molte delle quali sono nate dall’osservazione del mondo animale: il gatto (Marjariasana), la lepre (Shashankasana), la lucertola (Uttan Pristhasana), la locusta (Shalabhasana), la mucca (Gomukhasana), il cammello (Ushtrasana), il cobra  (Bhujangasana), il serpente (Sarpasana), il leone (Simhasana) la tigre (Vyagrasana).

Osservare un animale che si muove può essere molto istruttivo: di solito l’animale si muove con più eleganza e scioltezza dell’uomo, percepisce le variazioni del terreno che ha sotto i piedi con maggiore prontezza, si prepara ad un balzo in alto o in avanti con una sorprendente concentrazione. Un animale in agguato può rimanere a lungo immobile senza che niente lo distragga, pronto tuttavia a passare in un istante dall’immobilità allo scatto che coinvolge tutto il corpo e lo avvicina alla preda. L’animale infine più dell’uomo è capace di rilassarsi, di abbandonare il corpo al riposo sciogliendo tutte le tensioni  muscolari.

Le posture nate dall’osservazione degli animali possono aiutare i praticanti a scoprire qualche lato nascosto della loro personalità, possono renderli più attenti, più dinamici e nello stesso tempo più capaci di abbandono durante il rilassamento.

Tra queste posture particolarmente interessante è Vyagrasana, la postura della tigre. La tigre è simbolo di forza, di potenza e l’immagine dello yogin seduto su una pelle di tigre – frequente nell’iconografia indiana – indica la sua capacità di dominare le passioni.  In Vyagrasana, tuttavia, la tigre non mostra la sua potenza ma è colta al risveglio, quando si stira, allungando il più possibile le zampe e la schiena per riprendere dopo il riposo la tonicità dei muscoli e prepararsi al movimento.

Volete praticare Vyagrasana? Seguite le istruzioni riportate qui sotto.

Portatevi in ginocchio e da lì “a quattro zampe”, con le braccia sotto le spalle perpendicolari al pavimento e le ginocchia vicine; i piedi possono essere puntati o distesi. Inspirate ed espirando portate il ginocchio destro sotto il tronco inarcando la schiena verso l’alto ed portando il capo tra le braccia  fino a sfiorare il ginocchio. Inspirando allungate la gamba destra il più possibile all’indietro e contemporaneamente allungate il collo in avanti, restate un istante in questa posizione di massimo allungamento della gamba e del collo, poi flettete il ginocchio come a voler toccare il capo con il piede e contemporaneamente flettete in capo indietro avvicinandolo al piede. Con questo movimento la schiena si inarca verso il basso. Espirando riportate il ginocchio sotto al tronco ed il capo tra le braccia. Ripetete dinamicamente per 5 volte con la gamba destra e poi passate alla sinistra. La postura lavora in modo particolare su tutta la colonna vertebrale ed è un bel modo di risvegliare il corpo al mattino, così come fa la tigre.

Disegni di Ferruccio Ascari, Sn. Trigunananda

Autore

  • Ex Professore di Botanica presso la Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Milano è seguace del pensiero di Gandhi e ha collaborato con Pace e Dintorni. La sua formazione di insegnante di Yoga secondo il metodo Satyananda è avvenuta presso il Centro Studi Yoga di Milano sotto la personale guida di Ferruccio Ascari.