L’inevitabile crollo

La finestra azzurro-cielo che diventa azzurro-mare

Solo un ponte di roccia calcarea distrutto da una tempesta? Nata dal crollo di due grotte, l’Azure Window sull’isola di Gozo, che si sgretola di nuovo sotto gli agenti atmosferici, è in realtà la bellezza che scompare e forse riappare nei fondali marini per creare nuovi spettacoli naturali.

Alle 09:40, la stessa ora della mia nascita, dell’8 marzo 2017 è crollata la famosa Azure Window di Malta, situata sull’isola di Gozo. Era un arco roccioso che si stagliava sul mare, talmente caratteristico da essere utilizzato per scenari cinematografici (i fan di Game of Thrones lo sapranno sicuramente).

Finestra azzurra, ph. Mauro Folio.

Finestra azzurra, ph. Mauro Folio.

Il ponte di roccia calcarea naturale, Globigerina, che si innalzava dal mare è crollato a causa di una tempesta, che ha accelerato gli inevitabili segni del tempo e dell’erosione naturale. Lo stesso Ministro dell’Ambiente maltese ha affermato che l’intervento dell’uomo non avrebbe potuto evitarne il crollo.

La Globigerina fa parte della famiglia dei protisti della classe Foraminifera. Di solito si trova negli ambienti marini anche a profondità considerevoli. I gusci di Globigerina costituiscono molti sedimenti di tipo calcareo nel fondale marino o sulle coste. L’arco roccioso era costituito anche da quel tipo di sedimento animale, che lo rendeva molto più tenero e friabile.

I Foraminiferi sono organismi eterotrofi molto diffusi nelle zone sottomarine; presentano guscio o scheletro quasi sempre calcareo o tuttalpiù siliceo, che è attraversato da uno o più pori dai quali fuoriescono i rizopodi ramificati e anastomizzati tra loro. La cavità del guscio può presentare una sola o più camere; i vari tipi di gusci si distinguono in base ai modi di accrescimento e di formazione di nuove camere.

I Foraminiferi si dividono in cinque sottordini: Allogromiina, Fusulinina, Miliolina, Rotaliina e Textulariina.

Dopo la morte di questi organismi e la decomposizione delle aree molli, le parti minerali sedimentano e ricoprono vaste aree; la Globigerina ad esempio occupa il 37,4% dei fondali marini.

Globigerina

Globigerina

Le più antiche tra queste componenti fossili risalgono al Cambriano, mentre al Terziario viene datato il loro picco in termini quantitativi. Le parti minerali dei Foraminiferi contribuiscono in misura determinante alla composizione dei sedimenti oceanici, ma se ne trovano tracce quasi ovunque nel terreno. Anche per questo il loro studio è importante per la paleontologia: consente infatti la determinazione di quelle che vengono chiamate “unità biostratigrafiche”, le quali permettono di datare i terreni e di analizzare le loro reciproche correlazioni. Fra le applicazioni più recenti, nel campo della micropaleontologia, vi è l’uso dei Foraminiferi per studi su ambienti specifici, in cui alcune specie bentoniche, molto sensibili alle variazioni di temperatura e quantità di nutrienti, possono dare rapide informazioni sullo stato di salute della zona. Una volta fossilizzati con relativa facilità e depositati, grazie alle parti mineralizzate dei gusci, i residui calcarei dei Foraminiferi formano rocce anche sulle coste e sulle scogliere, che immancabilmente subiscono col tempo il processo di deterioramento.

L’erosione è un fenomeno ambientale che attua una graduale asportazione del suolo o della roccia per opera di agenti atmosferici come vento, acqua o ghiaccio o a causa di movimenti gravitazionali o per opera di organismi viventi. Si tratta dunque di un fenomeno esogeno e fisiologico del sistema terrestre che agisce da antagonista verso le forze endogene, le quali contribuiscono alla creazione dei rilievi.

Gli agenti responsabili dell’erosione possono essere fisici o chimici, nel caso della finestra sul mare (Azure Window) si è trattato sicuramente di agenti fisici.

I quattro eventi fisici che possono aver provocato il crollo della roccia sono molto probabilmente l’aloclastismo, il vento, la pioggia e il moto ondoso. Il primo riguarda le rocce esposte a spruzzi d’acqua salata o a periodi di immersione ed emersione: in conseguenza di questi fenomeni l’acqua salata evapora lasciando i cristalli di sale che si depositano sul masso e si accumulano nelle cavità. Il processo, ripetendosi, fa si che i cristalli di sale aumentino di dimensioni, facendo pressione sulle pareti della roccia, la quale subirà delle fratture che si allargheranno sempre di più fino a ridurre il corpo roccioso in clasti.

L’azione erosiva del vento e la sua capacità di trascinamento delle particelle (deflazione) ha un meccanismo molto simile a quello dell’acqua, ma molto meno incisivo a causa della densità dell’aria, molto più bassa rispetto ai liquidi. Inoltre il flusso di energia nel vento non ha andamento preciso o delimitato, come per i corsi d’acqua, e per questo è soggetto a dissipazioni che ne limitano la forza.

La pioggia ha un’efficace azione di erosione meccanica solo in caso di precipitazioni intense o di grandine.

Quasi sicuramente la principale azione demolitrice sulle coste è causata dal mare, per effetto dell’energia messa in atto dal moto ondoso, dalle maree e dalle sesse nei piccoli bacini. Le onde comprimono l’aria nelle fratture e nelle fenditure delle pareti rocciose della costa; quando poi le onde ricadono all’indietro, l’aria si espande.

Il moto delle onde è più significativo sui promontori esposti, che subiscono quindi una pronunciata erosione; in corrispondenza delle baie invece questa si attenua notevolmente. A causa dello sgretolamento sui promontori, possono crearsi delle grotte che col tempo si trasformano alle volte in archi, o pilasti o scogli.

Il vento agisce quindi in modo secondario nell’attività di erosione, poiché cedendo energia aumenta il modo ondoso e favorisce il movimento delle particelle subacquee presenti.

Quando l’onda arriva sui fondali meno profondi, avvicinandosi alla riva, tende a frangersi e a spingere l’acqua a risalire lungo il pendio per poi tornare indietro verso il largo. In tal modo l’acqua mette in movimento le particelle detritiche facendole scorrere sul fondo o facendole urtare contro superfici ripide di coste rocciose. Questa è l’azione tipica del deterioramento della costa.

La meraviglia geografica dell’Azure Window venne a crearsi migliaia di anni fa, in seguito al crollo di due grotte calcaree attigue: una vista mozzafiato nata da una distruzione. Nel frattempo, sull’isola ricca di scogliere e promontori, sarà già stata battezzata una nuova finestra sul mare, e al mio ritorno scoprirò che, sgretolandosi, l’arco dell’Azure Window avrà creato sotto di sé meravigliosi paesaggi subacquei nascosti.

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di Veronica Fiocchi

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