Contagi che sgretolano l’Umano

La “disincarnazione” nel body-horror di Cronenberg

Dal dualismo cartesiano al body-horror, il cinema riprende il contrasto mente-corpo sin dentro il conflitto uomo-macchina, profilando una disgregazione dell’umano sia carnale che sociale.

Freud: «Gli americani sanno che gli stiamo portando la peste?»
(A Dangerous Method, 2011)

Una delle questioni più dibattute della filosofia contemporanea è quella del cosiddetto complesso di problemi mente-corpo. Vexata quaestio che risale a un geniale abbaglio di Cartesio che, amando i dualismi, ne concepì uno formidabilmente biforcuto: da un lato c’è il pensiero (res cogitans) dall’altro la materia (res extensa). Poiché i due regni finiscono col ritrovarsi più separati di Angelina Jolie e Brad Pitt, sorge spontanea la domanda: come possono comunicare due realtà così differenti, spirito e materia, mente e corpo, dato che comunicare debbono? La soluzione di Cartesio è mitologico-religiosa, à la Platone: “Si ringrazi Dio”. Naturalmente tale escamotage ha fatto e farà storcere la bocca a innumerevoli pensatori, scienziati, neurologi, psicologi, ecc., i quali, ancor oggi, dibattono solo perché forse non hanno mai visto un film di Cronenberg.

Cronenberg è “wikipedianamente” (quindi universalmente) riconosciuto come un maestro assoluto del body-horror[1] (con una spruzzatina di vena fantascientifica). Tuttavia, tale definizione non è proprio esatta. Non che sia sbagliata: semplicemente è incompleta. Senza dubbio alcuni dei suoi lavori migliori, girati tra gli Ottanta e i Novanta, sono horror che mettono al centro mutazioni e deformità biologiche e che ammantano il raccapriccio di una carnale, ambigua e sadomasochista sensualità la quale, inspiegabilmente, può condurre lo spettatore a una perversa catarsi. Il più famoso film cronenberghiano del genere è La mosca (remake de L’esperimento del dottor K), in cui un geniale scienziato inventa il teletrasporto qualche millennio a.S.T. (avanti Star Trek), ma nel testarlo mischia geni e molecole con una mosca clandestina. Ma il più riuscito è Videodrome, in cui uno spregiudicato produttore televisivo, che campa grazie alla messa in onda di contenuti televisivi estremi, finisce con il precipitare nel suo mondo di porno-violenza catodica, tanto che, alla fine, reale e virtuale gli si fanno indistinguibili ed egli diventa, letteralmente, una sola carne con i congegni televisivi e i loro contenuti violenti.

Un fotogramma da "Videodrome" di David Cronenberg, 1983.

Un fotogramma da “Videodrome” di David Cronenberg, 1983.

Entrambi i film trattano a loro modo degli effetti della tecnologia sul corpo umano. La compenetrazione fra uomo e macchina è infatti uno dei temi ricorrenti in Cronenberg, che spesso mette in scena innesti tra uomini e dispositivi. I congegni con cui “sposa” la carne dei suoi personaggi possono essere bio-organici (Il demone sotto la pelle, Rabid – Sete di sangue, Brood covata malefica), bio-meccanici (Il pasto nudo e Crash), bio-chimici (Il pasto nudo e Inseparabili) o, infine, bio-elettronici (Videodrome, e XistenZ), ma in ogni caso questa estetica trans-umana e post-umana di Cronenberg declina in modo tragicamente pessimistico l’idea di un’evoluzione della nostra specie.

Cronenberg, nel mettere in scena la trasformazione e la mutazione del corpo dell’Uomo ai nuovi stadi, in effetti si sofferma spesso sulla disgregazione del corpo e sulla sofferenza che comporta il disfarsi della pelle del serpente. Che l’Uomo si trasformi è inevitabile, ma il prezzo è sempre lo sgretolamento delle vecchie membra. Si evolve solo se ci si sgretola e solo ciò che sgretola fa evolvere, ma ogni nuova escrescenza, più che una potenzialità, spesso si rivela una metastasi organica che mastica la vecchia carne per far posto a una «nuova carne» che, necessariamente, ci introdurrà alla morte (La mosca).

In Cronenberg a sgretolarsi, tuttavia, non è solo il corpo: può accadere anche alla società. Se il corpo si frantuma sotto la spinta di pulsioni artificialmente indotte (Il demone sotto la pelle, Rabid, Videodrome, La mosca), parallelamente e altrettanto mostruosamente mutano anche i comportamenti della specie umana, che spesso si trova contagiata dai soggetti mutanti. In effetti, più che alla disgregazione del corpo, Cronenberg sembra interessato a mostrare lo sgretolamento dell’essere umano in sé. I film di Cronenberg mostrano come, inevitabilmente, la comparsa di una «nuova carne» conduca anche alla comparsa di nuovi comportamenti, di nuove configurazioni sociali e, soprattutto, di nuovi assetti mentali. È per questo che si è detto provocatoriamente che, se conoscessero il cinema di Cronenberg, i teorici dei mind-body problems smetterebbero di litigare.

Se Cronenberg fosse un filosofo, sarebbe sicuramente una sorta di spinoziano. Spinoza pone uno stretto parallelismo tra mente e corpo, tale che, attraverso le idee, si modificano a vicenda. Anche il rapporto corpo-mente dei film di Cronenberg è quello di una macchina a due pistoni. Prima la mente (un’idea, un’invenzione) modifica il reale e, pertanto, le percezioni del corpo se non il corpo stesso (innesto, strumento); poi la mutazione materiale, a sua volta, produce nuove idee che rimodificano ancora le potenzialità della mente.

Comprendere questo punto aiuta anche a capire la presunta svolta estetica degli ultimi film di Cronenberg. Opere come Spider, History of Violence, La promessa dell’assassino, A Dangerous Method o Cosmopolis sono infatti solo apparentemente lontane (violenza a parte) dal suo cinema dei decenni precedenti. Tale interpretazione è frettolosa e dimentica numerose opere del periodo horror fantascientifico in cui al centro, più che i corpi deformati e ri-formati, stavano le mutazioni della mente (Skanners, La zona morta). Inoltre, se ciò che conta è la messa in scena dello sgretolamento dell’umano, che questo sgretolamento sia biologico (Rabid), mentale (Spider), sentimentale (M. Butterfly, Inseparabili), familiare (History of Violence) oppure economico-sociale (La promessa dell’assassino, Cosmopolis), poco importa; perché ciascun ambito finirà con il contagiare l’altro.

Ci sono film esemplari di come i vari domini siano strettamente relati da Cronenberg attraverso lo sgretolamento delle idee e dell’identità. Il film ispirato a Il pasto nudo di Burroughs, ad esempio, mette in scena un mondo che si sgretola contemporaneamente su più livelli: sentimentale, sociale, organico, mentale, artistico e, infine, politico. Anche in Inseparabili il cursore dello sgretolamento attraversa più regni. È la storia del legame morboso tra due gemelli perfettamente identici nel corpo ma molto diversi nello spirito. Uno è più intellettuale e l’altro più materialista. Attratti dalla scienza e dalle donne mettono a frutto passioni e talenti diventando ginecologi di fama internazionale. A sgretolare il loro rapporto arriverà una donna dalla vagina mutante (una mutazione che la rende sterile) di cui uno dei due si innamorerà. L’allontanamento della donna per motivi di lavoro e il continuo oscillare tra il sentimento per la donna e la nostalgia del gemello condurranno il fratello “spirituale” a cadere nell’abuso di psicofarmaci e droghe. Nel suo delirio inventerà strumenti ginecologici aberranti (per la cura di vagine mutanti) il cui utilizzo distruggerà la carriera di entrambi. Solo nello sgretolamento finale i due fratelli si ritroveranno uniti.

In Inseparabili si può vedere come il cinema di Cronenberg sia sempre stato interessato anche agli aspetti psicologici oltre che quelli fisici. Un film come A Dangerous Method, storia del rapporto (sadomasochista) tra Sabina Spielrein, Sigmund Freud e Carl Jung, non è un tradimento della vecchia estetica, ma ne è piuttosto un approfondimento o, se si preferisce, il tentativo d’inscenare lo sgretolamento dell’Umano partendo dal versante mentale. Perché l’orrore non si nasconde solo tra le pieghe della carne, ma anche nei meandri della mente; è solo sgretolando entrambi che si può trovarlo e, ovunque si annidi, debellarne il contagio; a costo della (vecchia) vita.

Note

[1] Il body-horror è un genere cinematografico in cui il corpo e le deformità servono a generare paura e raccapriccio nello spettatore. Ecco alcuni esempi di altri autori e film body-horror degli Eighties: Alien (R. Scott), Eraserhead (Lynch), La Cosa (Carpenter).

di Amedeo Liberti

Autore

  • È redattore de La Tigre di Carta. Dopo gli studi di Filosofia e in Analisi e Gestione dell'Ambiente e del Paesaggio, si dedica alla sua terza grande passione assieme a Pensiero Teoretico ed Ecologia, fare il videomaker. Un suo corto "La Banalità Del Mare" è stato accettato al XIII Siena Short Film Festival. Oggi lavora come proiezionista per la Fondazione Cineteca Italiana. In pratica è sempre al cinema.