Feromoni: il walkie talkie delle api

Scorte di miele e riserve di propoli: durante il passaggio al nuovo alveare, nel rito quasi magico della sciamatura, le api si raccolgono intorno alla regina e la seguono fiduciose.

Ape su carta acquerello di Vera Palomo foto di Anna Laviosa-2011-anna-lav

Avete avuto modo di vedere l’ultimo film di Star Trek? In una delle prime scene un gruppo di navi aliene nemiche, che si coordinano perfettamente tramite onde radio e formano immensi sciami, sbaragliano facilmente l’Enterprise. Ebbene, in natura c’è un metodo più efficace delle onde radio: i feromoni. Questi segnali semiochimici permettono alle api di rimanere unite e seguire la propria regina durante la sciamatura. I feromoni sono fondamentali in insetti sociali come le api: infatti ne determinano in parte anche le caste, oltre al mantenimento del coordinamento delle popolazioni.

La specie Apis mellifera presenta una delle organizzazioni, in una società matriarcale monoginica, più complesse fra quelle del mondo degli insetti, perché si protrae per un periodo indefinito, non soltanto per una stagione. In un singolo alveare possono vivere approssimativamente da 40.000 a 100.000 api, tutte riconducibili a tre caste alate: una regina sessualmente matura, la prima tra le regine allevate che sfarfalla; poche centinaia di fuchi, sessualmente maturi; migliaia di operaie, femmine non sessualmente attive.

Le api operaie costituiscono la base della piramide dell’alveare, si occupano della cura delle larve, secernono la cera per costruire le cellette del favo, raccolgono il nettare dai fiori, producono il miele, incamerano il polline e si occupano dell’importante aerazione dell’alveare. Il fuco ha il compito di fecondare la regina. La determinazione delle caste avviene in modo preciso, tramite la fecondazione e in piccola parte per l’alimentazione. La regina generalmente feconda tutte le uova, dalle quali nascono le operaie o la regina successiva, tutte diploidi. Solo nel periodo primaverile, un gruppo di uova non viene fecondato in modo da dare origine ad alcuni fuchi aploidi, che vivranno fino al giorno dell’accoppiamento. Le larve femmine, per diventare regine, devono essere nutrite con la pappa reale, secreta dalla ghiandola salivare delle operaie. Una volta adulta, l’ape regina sarà l’unica in grado di secernere il feromone reale, più persistente negli individui già fecondati. Il feromone reale è stato identificato e studiato nel 1985 dall’equipe di M. Wiston, che è così riuscita a stabilire il suo ruolo fondamentale per segnalare la presenza della regina all’interno dell’alveare. Le api della colonia, infatti, riescono a percepire l’assenza di feromone reale e quindi anche l’assenza della regina, che provoca l’immediato stato di smarrimento dell’intero alveare.

Un altro feromone degno di nota è quello di Nasonov, scoperto e studiato dallo scienziato Nikolaj Viktorovič Nasonov nel 1883, composto da terpenoidi come il geraniolo, l’acido nerolico, il citrale e l’acido geranico. Questo è prodotto da tutte le api, ad esempio durante l’atto della sciamatura, nel corso della quale è importante che lo sciame non si perda e segua la regina nella ricerca della nuova dimora. Grazie a questa scia odorosa si forma una vera e propria nuvola ordinata di api. La sciamatura ha la funzione di creare una nuova colonia di api, ed è quindi il loro metodo di riprodursi. Nel momento in cui la vecchia regina smette di produrre uova, ma ne ha già deposte alcune nelle celle reali, allora iniziano i preparativi per la sciamatura; si tratta di un trasloco in miniatura in cui parte delle api dell’alveare prepara scorte di miele e propoli per poter partire alla ricerca di un luogo adatto dove creare il nuovo nido. Poco dopo la costituzione della nuova colonia e qualche ciclo di covata, la regina viene sostituita da una più giovane, se si trattava di uno sciame di tipo primario. Mentre gli sciami secondari e terziari sono molto più ridotti e non hanno una regina vecchia, ma vergine, che si allontana dell’alveare primario per non entrare in conflitto con la regina presente.

L’opinione comune tende a considerare gli insetti essenzialmente nocivi, dannosi o comunque abbastanza inutili e piuttosto molesti; in realtà l’umanità stessa avrebbe non poche difficoltà a sopravvivere se, di colpo, tutti gli insetti dovessero scomparire. Le api ad esempio sono le responsabili dell’impollinazione di piante commestibili (del valore di circa 14 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti); inoltre si occupano dell’impollinazione delle piante foraggere destinate al bestiame; infine, esse producono anche cera e miele. Insetti e piante hanno sviluppato una coevoluzione favorevole per entrambi. Gli insetti sfruttano i fiori come alimento, le piante si appoggiano agli insetti per l’impollinazione e quindi la riproduzione.

L’Apis mellifera ha un’organizzazione ben precisa e ordinata, molto efficiente, e di enorme utilità per l’uomo, il quale dovrebbe averne maggior rispetto: perché se le api pungono è solo per difendersi.

Bibliografia

E. Tremblay, Entomologia applicata, Liguori, Napoli 2016.
E. Coco, Etologia, Giunti, Firenze 2007.
C. P. Hickman Jr. et al., Diversità animale, a cura di O. Coppellotti e L. Guidolin, McGraw-Hill, 2012.

di Veronica Fiocchi

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