Sono fatti di carne

di Terry Bisson

Titolo originale: They’re Made Out of Meat. Traduzione italiana di Michele Lavazza, Creative Commons CC BY-SA.

Ammasso di stelle, telescopio Hubble

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«Sono fatti di carne.»

«Carne?»

«Carne. Sono fatti di carne.»

«Carne

«Non c’è alcun dubbio. Ne abbiamo prelevati parecchi da diverse parti del pianeta, li abbiamo portati a bordo delle nostre navi da ricognizione e li abbiamo analizzati da un capo all’altro. Sono interamente carne.»

«È impossibile. E i segnali radio? I messaggi verso le stelle?»

«Usano le onde radio per parlare, ma i segnali non provengono da loro. I segnali provengono da macchine.»

«Allora chi ha costruito le macchine? È con loro che vogliamo parlare.»

«Loro hanno costruito le macchine. È questo che sto cercando di dirti. La carne ha costruito le macchine.»

«È ridicolo. Come fa della carne a costruire una macchina? Mi stai chiedendo di credere che esiste carne senziente.»

«Non te lo sto chiedendo, te lo sto dicendo. Queste creature sono la sola razza senziente in questo settore e sono fatti di carne.»

«Forse sono come gli orfolei. Sai, intelligenze a base di carbonio che attraversano uno stadio in cui sono fatti di carne.»

«No. Nascono carne e muoiono carne. Li abbiamo studiati per un periodo lungo diversi dei loro cicli vitali, il che peraltro non ha richiesto molto tempo. Sai quanto dura la carne?»

«Risparmiamelo. Ok, forse sono carne solo in parte. Sai, tipo i weddilei. Una testa di carne con dentro un cervello fatto di plasma elettronico.»

«No. Ci abbiamo pensato, visto che in effetti hanno teste di carne come i weddilei. Ma te l’ho detto, li abbiamo analizzati. Sono carne da un capo all’altro.»

«Niente cervello?»

«Oh, certo che c’è un cervello. È solo che il cervello è fatto di carne! È questo che stavo cercando di dirti.»

«Quindi… che cos’è che pensa?»

«Non capisci, vero? Stai rifiutando di fare i conti con quello che ti dico. Il cervello pensa. La carne.»

«Carne che pensa! Mi stai chiedendo di credere che esiste carne che pensa!»

«Sì, carne che pensa! Carne cosciente! Carne che ama. Carne che sogna. Sta tutto nella carne! Cominci a farti un’idea o devo ricominciare da capo?»

«Osantodio. Sei serio allora. Sono fatti di carne.»

«Grazie. Finalmente. Sì. Sono senz’altro fatti di carne. E hanno cercato di mettersi in contatto con noi per quasi cento dei loro anni.»

«Osantodio. E allora che cosa ha in mente questa carne?»

«Prima di tutto vuole parlare con noi. Poi immagino che voglia esplorare l’Universo, entrare in contatto con altri esseri senzienti, scambiare idee e informazioni. Il solito.»

«Dovremmo parlare con della carne.»

«È questa l’idea. È questo il messaggio che hanno mandato via radio. “Salve. Chiunque ci sia là fuori. C’è nessuno in casa.” Questo genere di cose.»

«Parlano davvero allora. Usano parole, idee, concetti?»

«Oh, sì. Solo che lo fanno con la carne.»

«Pensavo che mi avessi appena detto che usano la radio.»

«Sì, ma cosa pensi che trasmetta la radio? Suoni di carne. Sai come, quando schiaffeggi o sbatacchi la carne, fa rumore? Parlano sbatacchiando la loro carne l’uno verso l’altro. Sono anche in grado di cantare spruzzando dell’aria attraverso la loro carne.»

«Osantodio. Carne che canta. Questo è davvero troppo. Allora cosa consigli?»

«Ufficialmente o ufficiosamente?»

«Entrambi.»

«Ufficialmente, noi abbiamo il dovere di registrare, contattare e dare il benvenuto a ogni singola razza o multiessere di questo quadrante dell’Universo, senza pregiudizi, timori o favoritismi. Ufficiosamente, consiglio che cancelliamo le registrazioni e dimentichiamo del tutto la faccenda.»

«Speravo che l’avresti detto.»

«Sembra spietato, ma c’è un limite. Vogliamo davvero entrare in contatto con della carne?»

«Sono d’accordo al cento percento. Che cosa c’è da dirsi? “Salve, carne. Come va?” Ma funzionerà? Di quanti pianeti stiamo parlando?»

«Solo uno. Sono in grado di spostarsi su altri pianeti grazie a speciali contenitori per carne, ma non possono viverci. Ed essendo carne possono viaggiare solo attraverso lo spazio C. Il che li limita alla velocità della luce e rende la possibilità che entrino mai in contatto con altre specie piuttosto scarsa. Infinitesimale, in effetti.»

«Allora ci limitiamo a far finta che nell’Universo “non ci sia nessuno in casa”.»

«Sì, è questo.»

«Crudele. Ma l’hai detto tu stesso, chi vuole incontrare della carne? E quelli che sono stati a bordo delle nostre navi, quelli che avete analizzato? Siete sicuri che non si ricorderanno di niente?»

«Se si ricorderanno di qualcosa, verranno considerati degli svitati. Siamo entrati nelle loro teste e abbiamo ammorbidito la loro carne in modo che per loro siamo solo un sogno.»

«Un sogno della carne! Com’è stranamente appropriato che per la carne noi siamo sogni.»

«E abbiamo segnato l’intero settore come disabitato

«Bene. Approvato, ufficialmente e ufficiosamente. Il caso è chiuso. Ce ne sono altri? Nessun altro di interessante in quella parte della galassia?»

«Sì, c’è un’intelligenza a grappolo con nucleo di idrogeno, un po’ timida ma dolce, che abita una stella di classe nove nella zona G445. Era in contatto con noi due rotazioni galattiche fa, vuole che siamo di nuovo amici.»

«Finiscono sempre per tornare.»

«E perché no? Immagina quanto insopportabilmente, quanto inesprimibilmente freddo sarebbe l’Universo se fossimo soli…»

Autore

  • Terry Bisson (1940) è un autore di fantascienza statunitense. They Are Made Out of Meat è apparso per la prima volta sulla rivista Omni nel 1990 ed è stato candidato al Premio Nebula per il miglior racconto breve nel 1991.