Seurat – Van Gogh – Mondrian

Immagine mostra

di Federica Griziotti

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In questi giorni più che mai abbiamo bisogno di riappropriarci della Bellezza. L’arte da sempre può aiutare l’uomo a lenire ferite profonde, può insegnare ad analizzare la natura umana, può educare al rispetto e alla libertà. Comprensibilmente passata in secondo piano – ma non certo agli occhi degli amanti dell’arte – in questi giorni di lutto e guerra è la notizia del furto di diciassette capolavori della storia dell’umanità nel Museo di Castelvecchio a Verona: i ladri erano tre professionisti armati che hanno immobilizzato l’unica guardia giurata presente e si sono diretti in maniera decisa su capolavori di Tintoretto, Bellini, Rubens, Mantegna, Pisanello. Non hanno ferito nessuno, ma il grave furto è un vero e proprio crimine inflitto a tutti noi, che anche senza esserne coscienti siamo oggi un po’ più poveri… e non solo perché il valore di queste tele si aggira attorno ai 15 milioni di euro! Purtroppo una perla di Verona è stata rubata, ma molte altre preziose testimonianze artistiche sono fulgide e accessibili a tutti noi: ad esempio il Palazzo della Gran Guardia ospita la mostra Seurat-Van Gogh-Mondrian. Il Post-impressionismo in Europa, grazie alla quale possiamo ammirare splendide opere provenienti dalla collezione del Kröller Müller Museum di Otterlo, in anteprima europea. Organizzata da Arthemisia Group e aperta al pubblico fino al 16 marzo 2016, questa mostra unisce nomi del periodo post impressionista tra i più celebri: Seurat e Signac i due maestri del pointillisme, Van Gogh il genio del colore vivo e puro, Mondrian artista il cui genio compositivo ha ispirato arte, moda e design.

Facendo un piccolissimo passo indietro, ricordiamo che la ventata di libertà portata dagli impressionisti scuote il mondo dell’arte: la luce naturale irrompe nella pittura, l’abitudine di dipingere en plein air porta radicali innovazioni e ben presto prende corpo una vera e propria “rivoluzione del colore”: gli studi di fisica e di ottica, gli sviluppi della fotografia, la ricerca scientifica sulle modalità con cui l’occhio umano percepisce le tinte aprono una stagione sperimentale e innovativa. Queste sono dunque le imprescindibili conquiste degli impressionisti che pongono la prima pietra del cammino contemporaneo e che “danno il la” a tutte le avanguardie nate negli anni successivi.

Questa mostra ci guida nel periodo immediatamente successivo agli impressionisti e il percorso espositivo, tracciato in maniera raffinatissima dai curatori Liz Kreijn e Stefano Zuffi, ci illustra in particolare le conquiste dei pittori moderni sul colore, maestri che hanno saputo rompere con la tradizione accademica e hanno optato per metodi alternativi, studi scientifici sul colore puro e sulla natura della luce, e che sulle basi di questo studio hanno saputo creare il colore.

I maestri del pointillisme lo hanno reso elemento primario, elemento costitutivo della materia, come un atomo, anzi come tanti atomi che uniti costituiscono la nostra realtà. In mostra due rari e preziosi disegni (Ragazza. Studio per Una domenica pomeriggio nellisola della Grande Jatte, 1884-85 e Donna con manicotto, 1884 ca.) mostrano con quale delicatezza Seurat concepisce ed esprime la figura umana, utilizzando come punto di riferimento l’effetto delle immagini che affiorano sulla lastra fotografica. Accanto a Seurat, Paul Signac utilizza magistralmente la tecnica del pointillisme, applicandola a paesaggi accesi dai toni luminosi e più  solari, spesso legati alla Costa Azzurra. Un capolavoro assoluto è La   Sala   da   pranzo (1886-87) con cui Signac dimostra come questa tecnica particolarissima di stesura del colore si presti non solo a indagare la natura, ma anche a rivelare emozioni nascoste, intimità dell’anima, segreti trattenuti.

Lontano dalla pazienza certosina e scientifica di Seurat e Signac è Vincent Van Gogh, genio contemporaneo, che ha utilizzato il colore puro e denso, con pennellate veloci, istintive e in maniera completamente personale e rivoluzionaria, ai limiti dell’espressionismo. Il suo genio gli impedisce di essere ascritto a qualche corrente o movimento; capolavori appassionati come Il seminatore (1888) e il Paesaggio con fasci di grano e luna che sorge (1889) sono punti di partenza fondamentali per lo sviluppo dell’espressionismo europeo.

Infine Mondrian, il maestro dell’astrattismo che ha reso il colore (primario!) non solo materiale di studio, ma il vero e proprio protagonista delle sue tele, astratte, teoriche, influenzando creativi a venire di tutte le discipline, dall’arte alla moda, all’architettura e al design. Sono in mostra quattro opere storiche, a partire dal 1913 quali Composizione n. II (1913), Composizione a colori B (1917), Composizione con griglia 5: losanga, composizione con colori (1919), Composizione con rosso, giallo e blu (1927).

Per maggiori informazioni sulla mostra: http://www.ilpostimpressionismoineuropa.it/la-mostra/

Autore

  • Una laurea in Scienze dei beni culturali, una Summer School a New York e il lavoro a Milano presso una galleria d’arte non l’hanno resa incapace di parlare insieme a te dei quadri con lo stesso entusiasmo di una alle prime armi.