Ritirarsi in provincia

"Portugal", Cyril Pedrosa

di Dario Ferrari

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Recensione di Portugal, la graphic novel di Cyril Pedrosa

C’è chi nasce in città e non può rinunciare al caos e alla frenesia; c’è invece chi nasce in provincia e rimane per sempre legato a questa mentalità. C’è però anche una terza categoria che comprende quelle persone che la provincia sono “costrette” a lasciarla e a trasferire sogni e ambizioni altrove. Il classico cliché, riassumibile nell’equazione “città = realizzazione”, non è però vero a prescindere e questo perché senza dubbio nella vita la differenza la fanno sempre i sentimenti, gli umori e la memoria. Se siete dei “malati cronici” di ricordi e siete schiavi dell’agrodolce sapore della malinconia capirete bene di cosa sto parlando. Se vorrete dare un’occasione a Cyril Pedrosa e immergervi nei magnifici paesaggi di Portugal, vi suggerisco di tenere a mente tutto questo. Attraverso la memoria di tre generazioni, Pedrosa ci porta in viaggio tra Francia e Portogallo alla scoperta di una famiglia come tante e dei suoi intrecci. Cosa c’è di affascinante, vi chiederete? Sembra tutto piuttosto banale. Nulla, se non il fatto che probabilmente non esiste niente di più eccezionale della “normalità” di queste situazioni. Le famiglie racchiudono storie, e le storie piacciono a tutti: si tratta solo di saperle raccontare nel modo giusto. Pedrosa, campione di sensibilità e malinconia, è un maestro in questo. Con i suoi magnifici acquarelli ci porta nella vita di Simon, scrittore insoddisfatto e indolente, che parte da Parigi per tornare nei luoghi della sua infanzia alla ricerca di nuova ispirazione. Da Parigi, crogiolo storico di stimoli creativi, si ritrova a vivere la provincia portoghese circondato da affetti e ricordi che lo investono con potenza e che inevitabilmente lo cambiano riportandolo vivo sulla terra. Così risorge dalle ceneri del suo passato, pronto però a riprendere la vita proprio dove l’aveva lasciata. Amore, lavoro, amici, routine, ecc., tutto rimane lì ad aspettare il ritorno di un uomo che, come tutti, resterà sempre mediocre per natura, forse solo un po’ meno di prima. Cosa ci lascia allora Portugal? Una lezione fondamentale nascosta con estrema sensibilità sotto un pretesto narrativo. Non c’è nulla di più bello della provincia, ma allo stesso tempo nulla di più sterile dell’avere esclusivamente una mentalità provinciale. Ecco che allora la provincia stessa diventa pretesto per offrire una riflessione sentita sulla memoria, una presa forte di coscienza del fatto che i ricordi importanti sono quelli insaporiti da quella malinconia che è figlia del cambiamento obbligato e che da questo sentimento, che a volte sembra una condanna, è possibile rifiorire.

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