Eka Pāda Praṇamasana

 eka pada pranamasana

di Devanjali

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L’Hathayoga prevede una serie di āsana (posture) definite “di equilibrio” nelle quali la pratica consiste, appunto, nella ricerca e nel progressivo mantenimento di una condizione di equilibrio. I sistematici tentativi di compensazione del peso per evitare la perdita dell’equilibrio o – in taluni casi – la caduta, la ricerca del bilanciamento, il progressivo radicamento nella postura, sono parte integrante di un percorso che, con la costanza della pratica, conduce al giusto assetto. Da un punto di vista fisico e neurologico, queste posture favoriscono l’efficienza dei movimenti e la capacità di coordinamento. Da un punto di vista più sottile, più profondo, equilibrano la mente e affinano la capacità di guardare alla vita con un’attitudine matura ed equilibrata. Si potrà comprendere come, fatta salva la predisposizione di ciascuno, in questo caso più che in altri tipi di āsana, sia richiesto un particolare sforzo di volontà senza il quale l’esecuzione non potrà essere coronata da successo. Nulla è lasciato al caso, né ci sono scorciatoie da prendere.

Per eseguire una postura di equilibrio occorre un atteggiamento disponibile, in genere non è richiesta potenza, ma piuttosto una capacità di coordinare l’azione, un‘attitudine paziente, flessibile, modesta e docile, una costruzione lenta e sistematica. La ricerca dell’equilibrio durante l’esecuzione è di carattere fisico, emozionale e mentale. La tensione verso la giusta ‘centratura’ del peso è rilassante, il radicamento con la terra molto importante per l’elevazione del corpo. Indispensabile è anche la ‘centratura’ della mente, attraverso la fissazione dello sguardo su un punto preciso, poiché qui, più che in altre posture, il praticante si trova ad affrontare la sfida che il conflitto degli opposti gli pone.

Una postura di equilibrio che dal mio punto di vista ben rappresenta le qualità espresse dall’esagramma 46, dal titolo L’Ascendere, è Eka Pāda Praṇamasana, “postura del saluto su una gamba sola”. Per eseguirla: portatevi in posizione eretta coi piedi uniti e le braccia lungo i fianchi; focalizzate lo sguardo su un punto fisso davanti a voi, all’altezza degli occhi. Piegate la gamba destra, afferrate la caviglia e mettete la pianta del piede all’interno della coscia sinistra. Portate la pianta del piede a contatto col perineo e aprite bene l’anca, in modo il ginocchio destro sia rivolto lateralmente. Quando avrete trovato l’equilibrio, potrete lasciare la caviglia e portare le mani giunte davanti allo spazio del cuore, in postura di preghiera. Respirate normalmente. Dopo aver mantenuto la postura per qualche respiro, inspirando e mantenendo l’apnea piena, potrete sollevare le braccia in alto, al di sopra del capo, mantenendo le mani giunte e lo sguardo fisso su un punto. Espirando, riportate le mani giunte di fronte al torace, all’altezza del cuore. Lasciate la postura e ripetete dall’altro lato. Praticate fino a tre cicli per ogni gamba, mantenendo la postura finale fino a due minuti. Solo la costanza della pratica, l’autodisciplina e l’assenza di aspettative, condurranno a evoluzione duratura. Chi si spinga alla cieca verso l’alto conoscerà forse un temporaneo progresso, ma non troverà la saggezza, acquisita invece da chi abbia la forza interiore per non piegarsi di fronte alle avversità e sappia mantenere l’equilibrio, trovando dentro di sé la forza per reagire. La possibilità di caduta nel Pozzo, paventata dall’esagramma di sviluppo, il numero 48, è infatti sempre dietro l’angolo.

Legenda

Āsana: “postura”.

Bandha: “tenere”, “stringere”, “chiudere”, “chiusura”.

Eka Pāda Prāṇamasana: Eka = “uno”; Pāda = “piede”; Prāṇam = “saluto”, “prostrazione”.

Hathayoga: sistema di yoga il cui obiettivo è di portare in equilibrio corpo fisico, energia e mente attraverso la pratica di āsana (posture), pranayama (tecniche di espansione dell’energia vitale, di cui il respiro è una delle espressioni), mudrā e bandha (tecniche di controllo e intercettazione dei flussi energetici) e śaṭkarma (tecniche di purificazione del corpo).

Mudrā: gesto, atteggiamento, sigillo.

Illustrazione di Ferruccio Ascari, Sn. Trigunananda, Centro Studi Yoga di Milano: www.centrostudiyoga.it

Autore

  • È Economic Advisor presso il Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano. Si è formata presso SITY - Scuola di Formazione Insegnanti ad Indirizzo Terapeutico del Centro Studi Yoga a Milano, sotto la guida di Ferruccio Ascari (Sn. Trigunananda).