february, 2020
Event Details
Nel 1998, col gruppo Teatro di Nascosto di Volterra, ho deciso di abbandonare il vecchio modo di fare teatro e di cominciare a fare qualcosa che non fosse staccato dalla realtà. A
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Nel 1998, col gruppo Teatro di Nascosto di Volterra, ho deciso di
abbandonare il vecchio modo di fare teatro e di cominciare a fare
qualcosa che non fosse staccato dalla realtà. A quel tempo volevo
raccontare chi c'era sulle navi che arrivavano in Sicilia e in Calabria. Il mio primo progetto di teatro reportage prevedeva di andare sulle coste italiane, dove arrivavano le navi con tutte queste persone, e poi si andava nei loro luoghi di provenienza per capire il motivo per cui invece di restare a casa salivano sulle barche. All’inizio non sono stati i luoghi ad attirarmi, ma le persone: volevo capire come vivevano, come erano sopravvissuti alla loro realtà difficile, come si organizzavano, come facevano resistenza, come potevano convivere con le bombe e la guerra. Da allora non ho mai interrotto i rapporti con le persone conosciute, che mi sono diventate amiche in quei viaggi. Con loro, nel tempo, si è quasi creata una famiglia.
Poi durante i miei viaggi nel Kurdistan turco e iracheno, in Palestina, in Giordania, in Iraq, in Egitto ho iniziato a lavorare sul posto, con attori di quei paesi, sviluppando sempre di più il mio metodo di teatro reportage.
Diversi di questi attori sono venuti a Volterra per progetti, prove, training e tournée che sono state diffuse in Spagna, Germania, Francia, Italia, Belgio. Così si è creato un gruppo internazionale.
A Bagdad ho visto cosa può fare una bomba: in un istante spariscono i segni della vita. Si convive allora con la violenza e con la morte che potrebbe arrivare da un momento all’altro. E mentre cammini, o sei a letto, senti esplodere una nuova bomba. Non sai dove sia caduta, ma sai che potrebbe succedere in qualunque posto, in qualsiasi momento.
Ma poi c’è la vita dei giovani che non si arrendono a questa situazione e cercano di fare una vita normale, e ogni tanto riescono a creare eventi con la musica e il teatro. Un modo per dimenticare l’orrore, feste improvvisate a cui partecipano sciiti, comunisti, cristiani, atei. E tutti stanno insieme, dimostrando che spesso non ci sono soltanto conflitti come raccontano i mass media.
La stampa e i mass media per la maggior parte mostrano le situazioni estreme, emergenziali. E in qualche modo mostrano che il male non siamo noi, ma solo alcuni estremisti lontani. Ma gli estremisti sono una piccola parte di quelle popolazioni.
La maggioranza di loro ci assomiglia: hanno anche loro gli stessi
desideri per i loro figli, la stessa dedizione alla famiglia, agli amici e alle persone a cui vogliono bene.Col mio teatro cerco di diminuire la
distanza tra "noi” e “loro", e provo a creare una diversa comprensione.
Per questo i miei attori hanno bisogno di un training forte.
ANNET HENNEMAN Giornalista, attivista, attrice e regista della compagnia internazionale Teatro di Nascosto | Hidden Theatre
ANNET HENNEMAN Giornalista, attivista, attrice e regista della compagnia internazionale Teatro di Nascosto | Hidden Theatre
Time
(Wednesday) 21:00 - 23:30