[ lun 27/03 h20:00 ] Memoria dello studio per le serve

Siete venuti qui per fare del teatro, ma ora
dovete dirci: a che cosa serve?
Bertolt Brecht, Discorso agli attori-operai danesi sull’arte della osservazione

 

Stanze esperienze di teatro d’appartamento sesta edizione 2017 
STANZE è un progetto ideato e realizzato da Alberica Archinto e Rossella Tansini con la collaborazione di Teatro Alkaest
Stanze è sostenuto da SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura

Memoria dello Studio per le Serve
da Jean Genet (1984)
con Maria Luisa Abate (Solange) e Paolo Oricco (Claire)
scena e costumi: Daniela Dal Cin
direzione: Marco Isidori
produzione: Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa

Studio per le Serve, una danza di guerra titolava esattamente trent’anni fa, il suo spettacolo d’esordio la Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, e Memoria dello Studio per le Serve recita il titolo di quest’edizione rinnovata di un’esperienza che per il gruppo non fu soltanto una prova di teatro ma un’azione assai più vicina allo scatenamento di forze telluriche. Da allora quelle forze, compresse e costrette nei canoni della recitazione occidentale, furono istradate in un’evidenza scenica che divenne pietra angolare dell’edificio teatrale costruito poi dai Marcido.

La rappresentazione di questo “Studio” viene ora riproposta come momento di riflessione storica e soprattutto come “memento”, che riflettendo – come dicono i Marcido – un modesto raggio della luce “bastarda” propria della genesi del fenomeno teatrale, sappia indicare per questo stesso vecchio prezioso fenomeno, un futuro di necessità.

 

Minicronaca

Nel 1984, in una soffitta torinese del quartiere di San Salvario, precisamente nell’occhio del ciclone interrazziale che sta tra la via di Nizza e la via Berthollet, i Marcido esordivano con questo spettacolo tratto dalle Serve di Jean Genet; una performance che produsse un’eco non secondaria nel panorama della ricerca teatrale italiana, suscitando adesioni appassionate (quella di Giuseppe Bartolucci, ad esempio, che fu fondamentale affinché i Marcido esistessero) e altrettanto appassionati dissensi.

Questo lavoro diventò, per la compagnia neonata, un perfetto cavallo di battaglia, agile, potente e soprattutto feroce nell’indiscutibilità arrogante della sua struttura drammaturgica: allora quelle rappresentazioni “casalinghe”, rubate alla pazienza condominiale, tormentate quanto si può immaginare dalle difficoltà logistiche di procurarsi un pubblico ancorché non pagante, quelle processioni di teatranti un po’ interdetti, di critici sospettosi, di semplici amanti dell’accadimento scenico, che salivano le scale cercando di prevedere cosa mai sarebbe avvenuto lassù, in alto.
Lo Studio per le Serve, è stato senza dubbio, nella strenua condensazione dei suoi segnali, uno spettacolo dalla forza drammatica molto inusuale, sia per l’inflessibile determinazione coreografico-vocale che ne reggeva lo scheletro, sia per la prestazione superlativa e veramente “fuorimisura” di Maria Luisa Abate, allora alla sua prima prova importante; ma anche l’idea scenografica dell’intestino di perle che fuoriesce dal ventre di Solange durante il monologo finale, già possedeva, in nuce, quel taglio visuale con il quale Daniela Dal Cin costruì e organizzò in seguito le grandi macchine sceniche dei Marcido.

Riproporre oggi lo Studio del 1984, nell’interpretazione di Maria Luisa Abate e di Paolo Oricco, significa scommettere sulla “tenuta” storica del Teatro, poiché crediamo fortemente nelle sorti dello spettacolo dal vivo e nella possibilità di trasmettere alle generazioni che s’affacciano, quella specifica qualità di “presenza dimostrante” che nessun’altra forma di intrattenimento spettacolare può possedere. (Marco Isidori)

 


Lunedì 27 marzo Ore 20:00
presso il teatro Corte dei Miracoli
Ingresso: 10 euro per i soci

Attenzione PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA a info@lestanze.eu / www.lestanze.eu

 

 

Comments

  1. Meraviglia, ma l’ho scoperto soltanto stasera che andate in scena qui a Milano. E’ previsto-possibile che ci sia un’altra occasione?
    Grazie, Paolo Araldi

    27 Marzo 2017 Rispondi

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