Una ballata del mare salato

Quando il silenzio è il vero protagonista

Una ballata del mare salato di Hugo Pratt

Novembre 1913. L’Oceano Pacifico ha appena smesso di agitarsi e dalle sue acque affiora una zattera con legato un uomo visibilmente deperito. Viene raccolto da un’imbarcazione aborigena capitanata da un misterioso individuo barbuto. I due sembrano conoscersi e pare inoltre che abbiano interessi in comune legati alla pirateria nei mari del Pacifico. Sono due fuorilegge al soldo del Monaco, misterioso personaggio a capo di una banda di pirati e mercenari. Insieme a loro sulla barca ci sono due giovani inglesi, salvati dalla tempesta ma tenuti in ostaggio in  attesa di richiedere per loro un ricco riscatto. Questo è la cornice all’interno della quale si incontrano per la prima volta Corto Maltese e il Capitano Rasputin all’inizio di Una ballata del mare salato. Dal mio punto di vista il resto della trama non conta più di tanto, perché i veri protagonisti della Ballata sono il mare e i forti sentimenti che suscita nel lettore. È un’opera dove i protagonisti non sono tangibili e dove tutti i personaggi si prestano al ruolo di veicoli emozionali. I personaggi infatti, per quanto straordinari, sono dei canali al servizio dell’autore per veicolare potenti suggestioni.

Il carattere fondamentale dell’opera è la sua coralità; la singolarità trova spazio solamente all’interno del tutto e non spicca un protagonista rispetto agli altri. Tutti sono fondamentali alla riuscita dell’opera, come in una perfetta orchestra. È appunto una ballata delle più equilibrate e armoniose. I personaggi esprimono generalità: Corto Maltese è un romantico, con il proprio codice personale e la propria integrità; Rasputin è al contrario emblema di egoismo e individualismo, efferato ma a tratti anche fragile, Pandora è una donna risoluta e concreta, Cain invece è impetuoso e spesso impulsivo. Ogni protagonista dell’opera è complementare agli altri e tutto si incastra perfettamente andando a generare uno spettro di emozioni completo. Le generalità dei caratteri della Ballata confluiscono alla fine in una unicità del tutto coerente con le visioni del mondo che prima o poi un uomo si trova ad avere nel corso della sua vita. Tutto si fonda su un equilibrio difficile da conquistare. Abbiamo così lo spettacolo delle emozioni messo in scena in un teatro d’eccezione: l’Oceano Pacifico. È il mare il grande protagonista dell’opera: con i suoi silenzi, con la sua vastità e con la sua potenza amplifica le vite dei personaggi e quello che essi provano. Il mare amplifica anche i silenzi che si celano dietro la Ballata. Sono queste le parti più importanti e significative: dietro i dialoghi, le battute e le frasi a effetto dei personaggi, un’importanza cruciale è rivestita dal non detto, che arriva forte e chiaro nelle tavole mute e nei paesaggi. I personaggi collocati all’interno di questi silenzi sono molto più espressivi di qualunque battuta. E un ruolo chiave è giocato anche dagli acquerelli di Hugo Pratt, delicati e intensi allo stesso tempo; macchie di colore che a volte sembrano quasi causate dal rovesciamento dei colori sulla carta.

di Dario Ferrari

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