Intervista a Paola Mattioli

Paola Mattioli è una poetessa molto stimata, autrice di due raccolte poetiche estremamente suggestive. Abbiamo il piacere di presentarvi una sua intervista con Stefania Romito per il gruppo letterario “Ophelia’s friends”.

Hai iniziato a scrivere versi fin da giovanissima, poi la vita ti ha indotta a seguire altre strade. Qual è stato l’evento che ti ha spinta, molti anni dopo, a ricominciare a comporre poesie?

È successo dopo la morte di mia madre: ho aperto un cassetto e ho trovato un quaderno con le poesie dei vent’anni, ma non mi ricordavo più di averle scritte io; poi leggendole mi sono tornate alla luce. Le ho fatte vedere a qualcuno e da lì ho frequentato il Laboratorio di Parole per due anni. Poi successivamente ho sentito l’esigenza di scrivere e quindi ho realizzato il primo libro autoprodotto dal titolo Vorrei, con poesie dei vent’anni e poesie dei quarant’anni.

Nella tua prima raccolta poetica, intitolata Vorrei, c’è una sezione dedicata alle poesie giovanili e una dedicata ai componimenti scritti in età adulta. Queste due sezioni rappresentano forse un differente modo di concepire la poesia, nel senso che a vent’anni scrivere per te rappresentava un qualcosa di diverso rispetto a ora?

Nelle poesie dei vent’anni era un modo per rifugiarmi in una realtà diversa dall’attuale, nelle poesie dei quarant’anni c’è più consapevolezza e più voglia di scoprire.

Le poesie dell’età matura, come ami definirle, riflettono come in uno specchio i tuoi sentimenti più profondi, i ricordi spesso velati di malinconia dai quali, però, trapela anche un grande amore per la vita. Ce ne vuoi parlare?

Sì, è così. Le poesie dell’età matura rappresentano una rinascita, la voglia di libertà, di vivere una vita come la decido io, senza più problemi ma con il desiderio di vivere profondamente ogni momento, come se fosse l’ultimo.

Mattioli

È da poco stata pubblicata la tua seconda raccolta poetica: Al di là del cielo, corredata di bellissimi disegni eseguiti della pittrice cervese Roberta Dallara con la quale avevi collaborato anche nella tua precedente raccolta. Quale sono le differenze e le analogie con l’opera precedente?

Ci sono solo differenze e non analogie. Mi spiego meglio. Nel libro Al di là del cielo, ci sono poesie sull’amore, sui paesaggi e sui ritratti scaturiti da una mia esigenza interiore nel progredire verso una meta che devo raggiungere nel campo della poesia, cioè sono poesie nate da una parte per necessità di miglioramento nello scrivere la poesia e dall’altra in un coivolgimento molto forte sui temi che ho trattato. Mentre nel libro Vorrei, c’è una raccolta che appartiene al passato giovanile e al futuro della maturità legata ad un momento difficile della mia vita, come quella di un lutto.

Questo tuo secondo libro di poesie è suddiviso in tre parti così intitolate: Amore, Paesaggi e Ritratti. Ci vuoi spiegare il significato di questa classificazione?

È stata fatta per evidenziare, per me, in quel momento, cos’era importante. Il senso dell’amore come fase di un percorso che sto seguendo, i paesaggi, perché sono affascinata dalla natura intorno da me, da quello che natura ti può dare o insegnare, dai ritratti perché ci sono delle persone che mi colpiscono più di altre per il loro sguardo, per la loro sofferenza e mi piace soffermarmi per sottolineare al meglio le loro vite e lasciare un segno a chi le legge.

Comune a queste tue liriche è la volontà di concentrare la tua poetica sull’osservazione infantile, aspetto questo che permette al lettore di approdare in un mondo idilliaco fatto di luce e di pace. Questa tua particolare scelta stilistica è dettata dalla tua esperienza professionale esercitata nel mondo dell’infanzia?

Non è dettata soltanto dalla mia esperienza professionale, ma direi dal mio modo di vedere le cose. Come dice la mia amica pittrice: “Io osservo e disegno”; io faccio lo stesso: “Io osservo e scrivo”. Tutto qui, e ciò che osservo mi dà delle emozioni che le trasmetto su carta.

Cara Paola, ti siamo grati per averci concesso questa intervista e per averci dato modo di conoscere il tuo pensiero e la tua poetica. Mi ha molto colpita questo diverso modo di intendere la poesia che ti ha caratterizzata nel corso degli anni. Da ragazza rappresentava per lo più un rifugio dalla realtà, mentre poi crescendo ha costituito uno strumento di sperimentazione, di evasione, di conoscenza ma anche di sostegno per superare i tragici eventi della vita. Noi ti auguriamo di cuore, Paola, di realizzare tutti i tuoi sogni e di continuare ad emozionarci con i tuoi bellissimi versi.

intervista a cura di Stefania Romito

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