Intervista alla Booktuber “Aia underthelimetree”

Aia underthelimetree

 di Victor Attilio Campagna

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Alessia di Laudo, studentessa di Lettere Antiche a Napoli, è una Booktuber. Si occupa cioè di letteratura attraverso un mezzo, Youtube, con il quale cerca di diffondere un messaggio importante, culturale, e di confrontarsi direttamente con il suo pubblico. Tutto questo, a mio avviso, può contribuire a creare una visione diversa di internet, come luogo in cui anche la cultura può essere di casa.

 

Victor: Com’è nata l’idea del tuo canale Youtube?

Alessia: L’idea del mio canale Youtube è nata in un tempo ben preciso. È nata quando ho maturato definitivamente l’idea della realtà collettiva che stavo vivendo. Per usare un’espressione di Spinoza, mi sentivo pienamente immersa nell’epoca delle “passioni tristi”, l’epoca del ripiegamento, dell’implosione. Ed un’epoca spassionata è un’epoca non creativa, non sentimentale. Coltivavo segretamente le mie idee, i miei sentimenti, le mie passioni, condividendole con me stessa, di giorno in giorno (abitudine e modo di essere che non mi abbandonerà mai) ma sentivo forte anche il bisogno di comunicare. Gli antichi Greci, che sono il popolo più intelligente mai esistito, si radunavano nei simposi e decidevano di trattare di un preciso argomento, confrontandosi, cantandolo, riflettendoci. Oggi, nella maggior parte degli incontri tra le persone, si corre il rischio di declinare nel baratro della banalità e della noia. Io ho bisogno di stimoli, di destare interesse e che qualcuno lo susciti in me. Ho creato così un mio simposio virtuale, calandomi a pieno nei tempi moderni e sfruttando un mezzo potentissimo quale è internet, che non a caso viene definito anche rete. Anche se la modalità dei video è molto simile a quella del soliloquio, invito continuamente gli utenti di Youtube che seguono il mio canale ad intervenire, a scrivermi, a contestarmi, a manifestare se stessi e il loro mondo interiore in qualsiasi modo.

Il canale si chiama Aia underthelimetree: “Aia” è un soprannome che mi accompagna sin da bambina, mentre “Under the lime tree” fa riferimento ad una poesia di un Minessänger, ovvero di un trovatore tedesco di epoca medievale, Walther von der Vogelweide, che compose una poesia ardita su di un amore non cortigiano, ingenuo, campestre ed autentico che si consuma sotto un albero di tiglio. La poesia è stata cantata e musicata da A. Branduardi che vi apporta delle modifiche meditando sulla precarietà degli affetti, della vita e del mondo che “come vento e nube fugge via”. Un titolo non casuale per una sentimentale e malinconica come me: parlando di storie e di poesie su questo canale io le mescolo a mie riflessioni, pensieri, sentimenti e storie di vita ed è come se trascinassi sotto al tiglio con me in quel momento chi sta dall’altra parte ad ascoltarmi.

 

Victor: Nonostante spesso Youtube sia usato per argomenti “leggeri”, tu hai deciso di parlare di letteratura. Un’operazione audace per alcuni, per altri l’unica via possibile per diffondere la letteratura. Non credi che troppo spesso gli intellettuali si chiudano nella loro torre eburnea?

Alessia: In realtà i miei video sono molto più leggeri di quanto possa sembrare: parlo di libri e poesie come se fossi con degli amici, mantenendo l’atteggiamento socratico del “so di non sapere” ma vediamo tu utente quale verità puoi dirmi su questo specifico argomento, sentimento, libro o poesia, lasciando volontariamente gli insegnamenti ai luoghi accademici. Certo, ho parlato di Catullo e di letteratura latina, ho affrontato un dibattito sull’importanza dei classici ma approcciandomi in maniera differente, cercando di manifestare una passione e nient’altro e il riscontro è stato molto positivo. Credo che anche gli intellettuali di cui mi parli debbano assumere un atteggiamento più simile a quello di Socrate, di cui Senofonte ci dice che passava il suo tempo in mezzo alla gente, pur tenendo conto che in taluni casi, e più precisamente per i folli poeti, la solitudine è una condizione necessaria e immutabile, incomprensibile ai più.

 

Victor: Secondo te la letteratura può o deve avere una vocazione sociale?

Alessia: La letteratura, come frutto di un pensiero creativo, utilizza un linguaggio diverso da quello comune, che sconfina talora, come nel caso della poesia, il luogo della ragione ed offre una visione del mondo differente da quella imposta dal potere dominante. Per questo nella storia si sono bruciati libri e si sono tagliate corde vocali. Gli uomini non devono rimanere estranei a tutto ciò, essi non possono. 

 

Victor: Finora che riscontri hai avuto?

Alessia: Il riscontro che ho avuto con il canale è stato positivo, potente e stimolante sotto tutti i punti di vista.

Parlando dei libri che mi accompagnano durante i miei spostamenti e durante le mie infinite notti insonni ho l’opportunità di riflettere su di essi, su me stessa. Spesso gli utenti che mi seguono confermano le mie impressioni, condividono i miei pareri, altre volte mi sconfessano e mi criticano dandomi l’opportunità di crescere o di scoprire nuove prospettive. Ci sono stati addirittura ragazzi del liceo che mi hanno privatamente scritto per ringraziarmi perché li ho invogliati alla lettura, rendendoli più consapevoli dell’importanza di ciò che stavano studiando, conferendomi inconsciamente un ruolo importante, e che in vista della mia intenzione di divenire un docente di humanae litterae, mi lusinga e mi incoraggia a mia volta. Sono grata per tutto ciò.

 

Victor: Tu sei annoverata tra i cosiddetti Booktuber. Come ti relazioni ai tuoi colleghi?

Alessia: Sono anche io un’utente di Youtube e non solo una booktuber, seguo con piacere e vivo interesse molti altri canali ed ho avuto l’opportunità di conoscere persone valide che ci intrattengono e ci dilettano con le loro letture, le loro conoscenze, le loro riflessioni; mi vengono in mente i canali di Nouvelle Wave e di Zaraths Lou, cioè di Mariangela e Federica che considero persone assolutamente brillanti. In alcuni casi questa non è rimasta solo una conoscenza virtuale, ma si è tramutata in vera e propria amicizia consolidata da passioni comuni. È il risvolto più bello e positivo di sentirsi appartenenti ad una community. Credo che il fenomeno dei booktuber stia crescendo molto e che sempre più gente si cimenti nel parlare delle proprie letture ed è una cosa che mi sento di consigliare a tutti perché lo trovo estremamente stimolante e utile. Poi come in ogni campo credo che ci siano contenuti di alta e mediocre qualità e che il bello della rete sia la possibilità di giudicare e selezionare in base alla propria curiosità.

 

Victor: Cosa ti porta a scegliere di parlare di un libro? 

Alessia: Se quel libro mi ha emozionata e mi ha donato sensazioni piacevoli, ecco che te ne faccio dono parlandotene. Ci sono libri brutti di cui non parlo, o libri troppo miei di cui non potrei mai parlare.

 

Victor: Com’è entrata la passione per la letteratura nella tua vita?

Alessia: Ho letto sin da piccola grazie all’incoraggiamento dei miei genitori e alla fortuna che ho avuto di aver incontrato lungo tutto il mio percorso scolastico buoni maestri e in alcuni casi ottimi insegnanti.

Ma ci sono stati due momenti in cui la letteratura è diventata essenziale nella mia vita. Uno è stato negli anni dell’adolescenza, quando il mio era un forte ed eccezionale sentire che mi distingueva da tutti gli altri e che non trovava riscontro nella realtà mediocre che mi circondava. L’altro quando in età più adulta il dolore e la solitudine mi ha pervasa nella sua potenza fisica e psicologica.

Ecco potrei dire che questa passione è entrata in maniera travolgente ogni qualvolta sono entrata in crisi. Crisi è una parola che deriva dal greco κρìνω (krino, NdR), cioè giudicare. Ogni qual volta è crollato il mondo di giudizi che mi ero creata o che conoscevo, io mi son rifugiata nella lettura, perché nel mondo dei libri mi sentivo non soltanto meno sola, ma ritrovavo me stessa, la mia virtù, e riconoscevo ciò per cui sono nata.

La lettura, così come tutta l’arte, per me è un processo di individuazione, che non può avvenire nella collettività.

E se conosci davvero te stesso, come diceva l’oracolo di Delfi, allora puoi essere anche felice.

Autore

  • Tre anni di Lettere Antiche, ora a Medicina e Chirurgia. Per non perdere l'identità si rifugia nella letteratura, da cui esce solo per scrivere qualcosa. Può suonare strano, ma «Un medico non può essere tale senza aver letto Dostoevskij» (Rugarli).