Tadasana: la postura dell’albero

tiryaka tadasana

di Giovanna Marziani, Sn. Ganga

Lo yoga è nato in India, in tempi molto lontani: in importanti siti archeologici della Valle dell’Indo sono stati riportate alla luce tavolette che risalgono a 5000 anni fa e che rappresentano posture caratteristiche dello yoga quali l’aratro e il loto. A quei tempi l’India era in gran parte ricoperta da foreste abitate da animali selvaggi e gli yogi che si ritiravano nella giungla per lunghi periodi di eremitaggio avevano molte occasioni di osservare gli animali, di studiarne le abitudini e di ispirarsi ad essi per mettere a punto le posture nelle quali poter rimanere immobili in meditazione. Oggetti delle loro osservazioni non erano soltanto gli animali ma anche le piante che offrivano riparo dal calore del sole, rami e fronde per costruire capanne, fiori e frutti.

Il tema di questo numero de La Tigre di Carta è l’Accrescimento. Quale postura meglio si adatta a questo argomento di Tadasana, la postura dell’albero? Gli alberi crescono per tutta la durata della loro vita, portando la loro chioma sempre più in alto verso le luce e arrivando con le radici sempre più in profondità nel terreno. Uniscono doti di forza e flessibilità per resistere ai venti più impetuosi. In una foresta gli alberi più grandi proteggono dalla luce e dal calore eccessivi le giovani piante ai primi stadi del loro sviluppo. Un albero ospita intere comunità di animali: uccelli, insetti, piccoli mammiferi, donando cibo e protezione.

Tadasana rappresenta l’albero che, nel suo slancio di crescita, congiunge la terra al cielo mentre la variante tiryaka tadasana ne sottolinea la forza di resistenza e la flessibilità.

Ecco le istruzioni per chi desidera praticare queste posture

Tadasana: assumete la postura eretta, con i piedi uniti; portate le mani sulla sommità del capo con le dita intrecciate e i palmi rivolti verso l’alto. Fissate un punto sulla parete di fronte a voi e mantenete lo sguardo fisso: la focalizzazione dello sguardo su un punto aiuta il mantenimento dell’equilibrio. Inspirando sollevate le braccia più in alto possibile allungando bene il tronco e contemporaneamente alzatevi sulla punta dei piedi. Mantenete la posizione per qualche istante trattenendo l’aria nei polmoni, poi lentamente espirando riportate in modo sincrono le mani sul capo ed i talloni a terra. Praticate da 3 a 5 volte.

Questa postura allunga la colonna vertebrale, i muscoli dell’addome e quelli delle cosce e della parte inferiore delle gambe; sviluppa l’equilibrio non soltanto fisico, ma anche mentale ed aiuta a mantenere la concentrazione: facilmente quando la mente si fa portare via da qualche pensiero l’equilibrio viene perso.

Tiryaka tadasana: assumete la postura eretta, separate i piedi di 50-60 centimetri e portate le mani sulla sommità del capo con le dita intrecciate e i palmi rivolti verso l’alto. Inspirando sollevate le braccia più in alto possibile allungando bene il tronco e le gambe (i talloni non si sollevano da terra). Espirando flettete il tronco verso destra, senza piegarvi in avanti o indietro. Inspirando ritornate al centro ed allungate bene il tronco e le braccia verso l’alto; espirando flettete il tronco verso sinistra, inspirando tornate al centro e dopo aver allungato bene tronco, braccia e gambe, espirando riportate le mani sul capo, dopo un istante scioglietele e lentamente riportate la braccia lungo il tronco. Questo è un ciclo: ripetete 3-5 volte.

Questa postura porta gli stessi benefici di tadasana e in più scioglie i muscoli dei fianchi.

tadasana

Autore

  • Ex Professore di Botanica presso la Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Milano è seguace del pensiero di Gandhi e ha collaborato con Pace e Dintorni. La sua formazione di insegnante di Yoga secondo il metodo Satyananda è avvenuta presso il Centro Studi Yoga di Milano sotto la personale guida di Ferruccio Ascari.