Per quanto improbabile

di Filippo Scacchi

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Dall’impiego della potenza di credenze sottoforma di verità, al rigore della verità resa potente dal metodo: la scienza supera la superstizione non quando trova la verità nell’impossibile, ma eliminando l’impossibile e scegliendo soluzioni a prima vista improbabili.

Ricostruzione fittizia ma veritiera degli attimi successivi all’estrazione dell’esagramma La potenza del grande:

IO – «Potrei parlare del ruolo del leader in un branco, e oh! “Incombe perciò il pericolo che ci si fidi della propria potenza senza chiedersi ogni volta se quanto si fa sia giusto” potrei parlare dell’importanza dell’abitudine secondo Konrad Lorenz che…».

ASTANTI – «Che palle, ancora Konrad Lorenz? ».

IO – Allora vi beccate due pagine di storia della scienza, così imparate.

Non è facile definire esattamente in cosa consista questa storia della scienza, probabilmente perché non è facile definire esattamente cosa sia la scienza, ma possiamo fare un tentativo: se definiamo la scienza come un sistema che produce e organizza conoscenza con procedimenti metodici e rigorosi allo scopo di giungere ad una descrizione verosimile oggettiva e con carattere predittivo, della realtà e delle leggi che regolano l’occorrenza dei fenomeni, allora la storia della scienza è il percorso attraverso cui questa conoscenza viene prodotta e organizzata. Facciamo presente però che oltre che produrre nuova conoscenza è fondamentale costantemente verificare e confermare ciò che già si ritiene di sapere, mettendo alla prova le nostre convinzioni ed essendo pronti ad abbandonarle nel momento in cui non spieghino in maniera adeguata le nostre osservazioni. In altre parole, la scienza è l’eliminazione progressiva degli errori, finché quello che rimane possa essere considerato vero (fino a che qualcun altro lo dimostri falso).

Tutto questo sembra scontato adesso, ma per tanto tempo molti “scienziati” non si sono preoccupati eccessivamente che le loro teorie avessero troppo riscontro con la realtà, e queste teorie sono rimaste in circolazione per secoli prima che qualcuno le confutasse; basta pensare a quanto c’è voluto perché le idee di Aristotele – secondo cui gli uccelli volano perché, in accordo alla teoria degli stati naturali, sono fatti di fuoco e la Terra si trovi al centro di una serie di sfere concentriche su cui si trovano tutti gli altri corpi celesti – venissero abbandonate.

Un’altra teoria che è andata di moda per secoli è quella della generazione spontanea: fino al XVII secolo era comunemente ritenuto che gli esseri viventi si generassero autonomamente dalla materia inorganica, come le mosche che nascevano direttamente dalla carne in decomposizione e le zanzare dall’acqua stagnante. Nel 1668 Francesco Redi confutò queste credenze con un esperimento molto semplice: egli pose della carne avariata in una serie di recipienti, alcuni chiusi, altri aperti, e dimostrò che le larve nascevano solo dove le mosche avevano potuto depositare le uova. Ironicamente fu l’invenzione del microscopio a riportare in auge la teoria della generazione spontanea, in quanto permetteva l’osservazione di “strane bestioline viventi” che sembravano generarsi spontaneamente dalla materia organica in decomposizione. Si dovrà aspettare quasi duecento anni perché Louis Pasteur dimostri inconfutabilmente che “Omne vivum ex vivum”, ogni essere vivente deriva da un essere vivente. Il che dovrebbe portare a chiedersi: “Se ogni essere vivente deriva da un altro essere vivente, come si è creato il primo?”. Se siete persone religiose la risposta a questo quesito è incredibilmente semplice.

Nel 1600, prima che Lavoisier enunciasse la sua famosa legge di conservazione della massa (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma), molta gente credeva nell’esistenza del flogisto, un misterioso principio d’infiammabilità che durante la combustione si liberava dagli elementi infiammabili, ricchi di flogisto, passando all’aria e lasciandosi dietro delle “calci”, impoverite di flogisto. Secondo questa teoria gli esseri viventi ricorrevano alla respirazione per eliminare il flogisto in eccesso dal proprio corpo. L’idea che gli esseri viventi siano strutturalmente diversi dagli esseri inanimati (Vitalismo) perché possiedono una metafisica “forza vitale” e sono soggetti a leggi diverse da quelle che regolano gli oggetti inanimati ha attraversato la storia occidentale dalla Grecia antica fino all’inizio del XX secolo, ed è uno dei principi alla base di quasi tutta la filosofia orientale degli ultimi due millenni. Una delle teorie più fantasiose e con una storia più bizzarra ci viene da un signore chiamato Hanns Hörbiger, un ingegnere e inventore austriaco che nel 1894 ricevette in visione l’idea che la luna, i pianeti e gli altri corpi celesti siano composti di ghiaccio e che la forza di gravità del Sole cessi di avere effetto al triplo della distanza di Nettuno. Quando venne pubblicata la teoria non riscosse molto successo, ma con l’avvento del Nazismo divenne la teoria ufficiale dominante, contrapposta alla teoria della relatività dell’ebreo Albert Einstein.

È facile liquidare queste idee come anticaglie, ma alcune teorie hanno un certo seguito ancora oggi: l’omeopatia, nata nel 1810 quando Samuel Hahnemann pubblicò “L’organon della medicina razionale”, è tutt’oggi seguita da molte persone, nonostante ne sia stato dimostrata diverse volte l’inefficacia (stando al National Health and Medical Research Council e alla World Health Organization). L’omeopatia si basa sull’idea che è possibile curare una malattia somministrando al paziente un principio che provochi, in un paziente sano, sintomi simili a quelli della malattia; e che l’effetto di tale principio è tanto più pronunciato quanto più il principio è diluito, secondo l’idea che le molecole d’acqua siano in grado di mantenere il “ricordo” delle sostanze con cui è entrata in contatto. Il principio attivo viene solitamente diluito così tante volte che nel prodotto finale può non esserne presente nemmeno una molecola. Giusto per essere perfettamente chiari, con il termine “Omeopatia” mi riferisco unicamente a quella medicina che segue questi principi, e non a tutta la medicina “naturale”; molta gente chiama “omeopatica” qualunque forma di cura basata su elementi naturali e contrapposta a quella delle “Big Pharma”, tali cure possono o no avere effettiva validità medica e non intendo affatto relegarle in toto nel cassetto dell’ “abuso della credulità popolare”.

Poiché tutte le teorie che si sono dimostrate false hanno avuto i loro sostenitori, è facile pensare che anche le teorie che oggi vengono insegnate potrebbero un giorno venire abbandonate. Anche se ormai abbiamo un’idea abbastanza precisa di come funzionino le cose sulla Terra, abbiamo un’idea molto più vaga di quello che succede nel resto dell’universo. Le teorie sull’origine, sviluppo, funzionamento e segreti dell’universo sono innumerevoli, e la limitata preparazione che l’educazione pubblica e la mia scarsa capacità d’attenzione sono state in grado di fornirmi non mi permette di esprimermi al riguardo (come fa uno a pronunciarsi su affermazioni tipo: “L’universo è finito ma infinitamente percorribile” o “Alla velocità della luce il tempo è fermo”? Io contavo le tartarughe per lavoro…).

Ci sono state innumerevoli idee e credenze che sono state dimostrate false nel corso della storia, dalla forma della Terra e la sua età al fatto che le proteine e non il DNA sono il tramite dell’informazione genetica, e ognuna di queste idee ha avuto i suoi difensori (qualcuna li ha ancora ma questo è argomento per la rubrica di psicologia); ma ciascuna di queste teorie è stata utile e necessaria per l’avanzamento della conoscenza umana. Così come un bambino passa necessariamente dalla fase in cui crede nelle fate e nei mostri nell’armadio prima di arrivare alla consapevolezza che purtroppo l’universo non è così interessante come ci viene fatto credere da piccoli, così la razza umana è passata da una serie di credenze e superstizioni pressoché infinita prima di arrivare alla consapevolezza che l’universo è molto più interessante come il vostro prete vorrebbe farvi credere ma, ahimè, molto più difficile da comprendere.

Sherlock Holmes diceva: «Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità», ed è su questo principio che si basa l’intera ricerca della verità che chiamiamo “Scienza”. Il problema è che c’è un sacco d’impossibilità da eliminare, l’improbabile è a volte talmente improbabile da sembrare impossibile e non siamo molto bravi a distinguere l’uno dall’altro. Ma continuiamo a provarci, e questo è il motivo per cui gli scienziati godono di così tanto rispetto (sarcasmo).

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L’agnello vegetale. Un misterioso ibrido animalepianta della mitologia greca, come descritto dal naturalista Henry Lee nel 1887.

Autore

  • Laureato in Scienze Naturali e appassionato di subacquea, è scappato sei mesi alle Maldive. Lui sostiene che stesse facendo un master, le foto con tartarughe e squali sostengono il contrario. È uno dei redattori interni della rivista e gestisce la rubrica di Biologia.